L’Ametista è adesso un bellissimo cristallo dai toni violacei, ma il mito vuole che in principio fosse una splendida ninfa. Dioniso, dio del vino e della gioia, si innamorò di lei, ma l’eterea Ametista non accettò le profferte amorose del forse troppo invadente corteggiatore e fuggì. Dioniso, comunque, non s’arrese e la inseguì dovunque ella andasse. Disperata, infine, la ninfa, che aveva votato la sua verginità alla dea della caccia, Artemide, si rivolse alla sua protettrice per ottenere salvezza, ed ella la trasformò in una bella pietra cristallina. Dioniso solo allora comprese il male che aveva fatto ad Ametista e, pentendosi del suo comportamento, versò sulla pietra una coppa di vino, che conferì al cristallo il caratteristico e attuale colore…
Ametista, poi, non è la prima ninfa che viene trasformata in qualcosa per sfuggire alle attenzioni troppo invadenti di un dio: un esempio fra tutti è quello di Dafne che, perseguitata da Apollo, dio del sole, dopo una preghiera a Zeus fu trasformata in alloro.
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