Figure misteriose i druidi, ammantate di leggenda e a volte “prese in prestito” dal genere fantasy, ma cosa racconta di loro la storia?
Clero celta di grande cultura e complessità, i druidi si preparavano per 20 anni prima di occupare la loro posizione di custodi dei miti segreti della loro religione. Solo dopo aver superato prove di iniziazione, il druido entrava a far parte di una casta a sé, addirittura superiore a quella dei guerrieri. I druidi servivano la loro tribù non solo come sacerdoti, ma anche come giudici e storici.
Celebravano i loro riti religiosi, che contemplavano sacrifici umani, in fitte foreste (il “bosco sacro”). I sacrifici rituali tra i celti seguivano regole precise. Per esempio, sebbene le vittime fossero di solito arse vive, in gabbie di vimini a forma di enormi teste, questo destino era riservato ai prigionieri di guerra, tenuti in vita appositamente, e veniva raramente inflitto ai celti, per essere offerti come vittime innocenti.
Lo scrittore del I sec. a.C. Plinio il Vecchio ci da un’affascinante descrizione dei druidi che, in bianche vesti, celebravano la sesta notte del novilunio, tagliando un ramo di sacro vischio cresciuto su una quercia sacra (la parola “druido” significa “che conosce la quercia”, in gaelico, la lingua dei Celti della Britannia). Il vischio, secondo Plinio, veniva tagliato con una falce d’oro e posato su un mantello bianco steso per terra. Poi era usato per pozioni magiche. Sembra, quindi, che i druidi fossero anche dei guaritori, erboristi e maghi. I Celti erano per lo più analfabeti, ma i druidi sapevano leggere e scrivere, e molti conoscevano il latino, oltre alla loro lingua. Erano, inoltre, studiosi delle stelle. Non solo praticavano una forma astrologica di magia guardando la sfera di cristallo, ma avevano anche cognizioni di astronomia pari a quelle dei Romani. Il loro calendario, per esempio, si basava su un anno comprendente 12 mesi di 30 giorni, più alcuni giorni intercalari. Dopo la distruzione del centro religioso di Mona, tuttavia, il druidico perse la sua autorità e prestigio.
Di lì a qualche generazione i druidi erano scesi a un livello di poco superiore a quello di stregoni.