giovedì 3 settembre 2020

Il Libro della Settimana: "L'ultima luna"


L'ultima luna


di Camillo Carrea 

"Il Quarto Gliostro era la parte bassa del paese, una protuberanza che si affacciava sulla Fossa dei corvi. Questi uccelli facevano la spola da un lato all’altro dell’abisso nel fondo del quale scorreva il Turcano, un torrente impetuoso nel cui fondo si nascondevano, celate dalle acque limacciose, pietre acuminate sulle quali s’erano abbattuti, rendendoli irriconoscibili, i corpi delle vittime di agguati notturni. Si diceva che i corvi fossero le anime senza pace dei monaci dell’abbazia che avevano praticato lo jus primae noctis con le donne del paese. Qualcuno di loro era stato massacrato dagli uomini del Quarto per vendetta, e il suo corpo gettato nell’abisso."

Sinossi 
Nelle pagine di questo romanzo agiscono tanti personaggi, vecchi e giovani, principali e secondari, più uno: il paese. Il paese si trova nel centro Italia ed è pervaso da un'aura misteriosa che sembra echeggiare di via in via, di porta in porta. Il paese parla, borbotta e spettegola continuamente, e dice che sulle sue donne pende una maledizione che nemmeno un luminare americano è riuscito a sfatare: sono destinate a morire prematuramente nelle notti di luna nuova e soltanto poche di loro riusciranno a mettere al mondo un figlio. Il paese dice anche che è meglio tenersi alla larga dalla grande casa che si affaccia su l'Eterna, la quercia che lo domina da chissà quanti secoli e sotto le cui fronde si sono compiuti chissà quali atti sacrileghi e violenti. E poi che chi abita nel Quarto Gliostro è matto e non deve mescolarsi con il resto del paese, soprattutto quando lo spirito malvagio del Vecchio Principe risale le fogne portando con sé il fetore dell'Odio e le strade si fanno buie, sinistre e pericolose. In quest'atmosfera elettrica, carica di antichi e oscuri segreti, rivalità e rancori, nasce e cresce Alessandro Attilio, il narratore che accompagnerà il lettore sciogliendo e riannodando continuamente il filo dei ricordi. Alessandro Attilio ha due nomi, il primo usato da quelli del Quarto come sua madre, il secondo dal resto del paese; ha due nonni tra cui corre un antico e irrisolvibile rancore, Celestino proprietario del bar della Luna Nuova e reduce della campagna di Russia, e Bonifacio che, non credendo alle dicerie del paese, vive nella grande casa de l'Eterna; tre zii poco più grandi di lui, frutto di un miracoloso parto plurigemellare, e Zelda, la ragazza dei suoi sogni. Sono gli anni Settanta e i giovani vogliono divertirsi, conquistare il mondo e baciarsi in pubblico, mentre i vecchi mugugnano e gridano allo scandalo. Toni vuole fare il ballerino, Virgilio il pittore e andare in un posto dove non ci siano da dipingere solo nature morte, Infinita parla pochissimo, è comparsa all'improvviso e assomiglia in maniera inquietante a quel volto di donna che campeggia su una delle pareti del bar della Luna Nuova e che a poco a poco va sbiadendosi. Lodovico e Adelchi, i più colti, risalgono le scale della storia per capire da dove nasca tutto quel mistero che aleggia nell'aria, tra il disprezzo per i medici gattopardi che da sempre spadroneggiano in paese, strane storie di eretici, alchimisti e streghe, e atipiche ricostruzioni sulla spedizione dei Mille che li porteranno fino in Indonesia. Intanto il paese si fa sempre più vuoto, i tempi continuano a cambiare, le donne continuano a morire alla luce della luna nuova accompagnate dal suono di un pianoforte che rimanda le note del Chiaro di Luna di Debussy. Rimarrà solo Alessandro Attilio a trascinarsi come un vecchio fantasma centenario, tra le strette vie del paese ormai in rovina.

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