lunedì 7 settembre 2015

Il Tesoro di Alarico (370-410 d.C.)

Nell’Agosto del 410, Alarico, re dei Visigoti, irrompe con i suoi entro le mura di Roma e mette a sacco la città. La capitale dell’impero, dopo ottocento anni, subisce l’onta dell’invasione e del saccheggio. Quali meraviglie e quali splendori si sarà portato dietro il re dei Visigoti che, dopo questa impresa, si mosse, con le sue schiere, verso il Mezzogiorno con lo scopo di indirizzarsi alle fertili sponde africane. Ma la scarsa esperienza di mare sconsigliò l’impresa, sicché, giunto alle coste calabri, decise di ripiegare. In questo luogo, in quello stesso 410, nei pressi di Cosenza, Alarico improvvisamente moriva di malattia. E qui la storia si ammanta di leggenda, infatti, si narra che il suo popolo, riconoscente, decise di deviare il corso del fiume Busento per fare nel suo letto una tomba degna di lui. Affinché nessuno la trovasse, il fiume venne riportato nel suo greto, nascondendo per sempre il re e la sua tomba. Si dice anche che Alarico fu seppellito con tutta la sua armatura e, con tutto ciò che, come re, gli toccava di parte del tesoro sottratto a Roma. E la tomba, dice la leggenda, è ancora là, sotto le acque del fiume Busento, con tutti i suoi tesori…
Chissà se oggi ci prendessimo la briga di usare tutta la nostra tecnologia, i fantastici computer o i satelliti, o qualsiasi diavoleria moderna, per sondare il greto del fiume Busento, troveremmo davvero qualcosa… Le leggende, si sa, sono solo tali, ma, a volte, hanno un fondo di verità. Quindi, e a me piace pensare che sia così, forse le spoglie del re visigoto ancora riposano sotto il corso del fiume, nascondendo i tesori di un tempo passato, come meravigliose testimonianze di uno splendore che non c’è più e che, forse, un giorno qualcuno scoverà… E sarà magari, un sognatore come me…

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