Un antico monastero fra i monti, un luogo ascetico,
calmo e isolato, carico di segreti del passato, ma denso anche di vita
presente, e una lupa, un animale selvaggio, un essere fatto di istinto e
saggezza che a volte sembra trascendere la sua stessa essenza, senza
mai scadere nel sovrannaturale, ecco i cardini fondamentali per un
romanzo dai mille colori, trattato con mano ferma eppur lieve, dalle
sfaccettature poliedriche e dai tanti risvolti. “Il Monastero
dell’Arcangelo” ruota intorno alle vicende di Erik, giovane architetto
sfiduciato e quasi cinico, il cui compito è quello di ricostruire,
insieme ad un gruppo di restauratori, parte dell’antico monastero ancora
in uso. E all’ombra del monastero, in un villaggio dall’apparente aria
cupa e sonnolente, ma dalle nascoste trame, in una girandola di
situazione diverse, la vita di tutti cambierà, proprio grazie all’arrivo
dello “straniero”, che metterà alla luce ipocrisie e sofferenze,
guarendo anch’egli dalle ferite del proprio passato. Man mano che si
scorre nella lettura, ciò che sorprende è proprio la figura della lupa,
che a volte quasi come essenza protettrice o chiarificatrice, aiuta Erik
a comprendere se stesso, a confrontarsi con gli altri e forse persino a
ritrovar la gioia di vivere. La natura non viene divinizzata, ma esalta
Dio stesso, come quei monaci pieni di umanità e di Fede, che aiutano a
superare le vicende a volte traumatiche e dure che permiano la storia.
L’autrice però non è mai cruda nel trattare temi forti, ma li bilancia
con la stessa poesia con cui descrive i luoghi. Un racconto fresco, una
storia che è avventura, dramma, giallo ed introspezione… Un incontro
speciale, come quello del protagonista con la lupa, che resta nel cuore!
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